Le scrippelle: questo l’equivalente abruzzese delle crepes.
Si tratta di sottilissime frittatine a base di farina, acqua ed uova, altrimenti note come crespelle.
La contesa italo-francese in cucina è ricca di argomenti vari, la supremazia che ci contendiamo da secoli con i cugini d’oltralpe per quel che riguarda l’enogastronomia si arricchisce, con le scrippelle, di un’altra “gustosa” pagina.

Dosi & Ingredienti
- Dosi per 4 persone
- Difficoltà media
- Preparazione 25 min
- Cottura 5 min
- Costo basso
- Reperibilità Alimenti facile
- Uova 3
- Farina 3 cucchiai da tavola
- Acqua 180 ml
- Olio di semi q.b.
- Parmigiano Reggiano 100 gr
- Brodo di carne o altro tipo di brodo - 1,5 l
Preparazione
-
2
Scaldate una padella antiaderente, quella che solitamente si usa per le crepes, ungetela con poco olio e versate un mestolino di pastella.
-
3
Muovete il padellino in modo tale che la pastella si possa distribuire bene su tutta la superficie e lasciate cuocere prima da un lato e poi dall'altro per pochi minuti.
-
4
Una volta pronte distribuite sopra un po' di parmigiano, arrotolatele e disponetele nei piatti fondi.
-
5
Fate scaldare il brodo e versatelo nei piatti fondi sopra le scrippelle. Servite i piatti ben caldi con una spolverata di parmigiano.
Curiosità
-
Le scrippelle: questo l’equivalente abruzzese delle crepes.
Si tratta di sottilissime frittatine a base di farina, acqua ed uova, altrimenti note come crespelle.
La contesa italo-francese in cucina è ricca di argomenti vari, la supremazia che ci contendiamo da secoli con i cugini d’oltralpe per quel che riguarda l’enogastronomia si arricchisce, con le scrippelle, di un’altra “gustosa” pagina.Si può credere che nessuno abbia mai messo in dubbio che le crepes fossero un piatto francese: e invece no, in Abruzzo il dubbio che le crepes siano la copia francese di un piatto italiano è stato insinuato….
Certo la versione ufficiale e portata avanti dai più narra proprio il contrario: le scrippelle, con ogni probabilità, sono una derivazione rielaborata delle crêpes francesi. La storia è semplice: vuole infatti la tradizione che la nascita di questo piatto, collocabile nel primo decennio dell’800, sia dovuta all’inventiva del teramano Enrico Castorani, assistente del cuoco addetto alla mensa degli ufficiali francesi di stanza a Teramo.
La loro versione ‘mbusse, ossia bagnate in brodo, ricetta tipica del teramano, sarebbe stata inventata appunto da Enrico Castorani. Al posto del pane il cuoco francese era solito servire ai commensali le crepes, ritenendole più gradite e appetibili dell’umile e rozzo pane di granoturco e del pane nero prodotti in quel periodo di carestia. Per un caso fortuito, o per meglio dire, per un fortuito incidente, un vassoio di crepes che Messer Enrico Castorani stava preparando, cadde in un recipiente colmo di brodo. Non sapendo come rimediare, il cuoco teramano, ricco senz’altro di italica prontezza di spirito, pensò bene di servire, al posto della minestra, quel delizioso miscuglio di crepes e brodo di gallina. Sembra che nacquero così le “scrippelle” teramane in brodo.
Oltre che ‘mbusse (letteralmente: bagnate) in brodo di gallina, possono essere utilizzate per un altro piatto tradizionale della zona, il timballo alla teramana: si tratta di una preparazione che utilizza le scrippelle in sostituzione della sfoglia di pasta, con le scrippelle disposte a strati, una sull’altra, e alternate con un ricco condimento, che può essere sia solo in bianco con carciofi fritti (oppure spinaci o piselli) e scamorza, sia aggiungendo un sugo realizzato con un trito di carne di manzo, agnello e maiale, polpettine, pomodoro, cipolla, carota, parmigiano e uova sbattute con il latte. Questo stesso condimento può accompagnare i cannelloni (scrippelle arrotolate e ripiene di un impasto a base di carne o di ricotta e spinaci) e anche i fagottini (ripiegati su se stessi, vuoti o con gli stessi ripieni dei cannelloni). Una nota a parte merita la discussione che appassiona gli esperti locali circa la preparazione del timballo, in particolare sull’utilizzo delle scrippelle o della classica sfoglia di pasta tagliata a fazzoletti. Certo è che ben più fine e particolare è la versione del timballo con le scrippelle.
La zona di elezione di questo piatto è Teramo, ma certo ormai è diffusa in buona parte della regione.
Certo è bizzarro dopo tanto discutere sulla primogenitura di questa preparazione dover constatare che le scrippelle e le crepes sono piuttosto diverse sia negli ingredienti (infatti le crepes prevedono il latte mentre le scrippelle l’acqua) che nella preparazione (infatti mentre le crepes vengono fondamentalmente farcite, sia in versione dolce sia salata, le scrippelle sono utilizzate come fossero pasta). Come a dire due diverse interpretazioni di uno stesso brano musicale.
Diversa è anche la cottura: per i puristi la padella in cui le scrippelle vengono cotte va unta con il lardo un po’ diverso dal burro…
Una nota a parte merita il brodo che bagna le scrippelle: il brodo tradizionale è quello di pollo e cappone, saporito e leggero, ovviamente dopo essere stato ben sgrassato e filtrato. Certo è uso utilizzare anche un brodo per così dire misto: carne di manzo e carni bianche.
Per quanto riguarda l’etimologia del nome crespelle deriva, pare, dal francese “crepe s’appelle”, il termine scrippelle altro non è che la sua forma dialettale.